Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo. Non sono rare le abitazioni dove è possibile trovare delle macchine da caffè oppure, più semplicemente, delle caffettiere. Sul podio della classifica dei paesi con un maggior impiego di questa bevanda vi sono, rispettivamente, Finlandia, Novergia e Islanda (dati ICO 2017), mentre l’Italia si attesta solamente al tredicesimo posto.
È una bevanda ricca di benefici e con una storia molto antica e interessante, anche se, tuttavia, non mancano dei possibili effetti collaterali dati da un eccessivo consumo dello stesso. Tutti questi aspetti verranno approfonditi nel corso di quest’interessante articolo.
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Storia del caffè
In Oromia, uno dei nove Stati regionali dell’Etiopia e dove viene prodotto circa l’80% del caffè etiope, già tre millenni fa le tribù indigene erano solite cospargere questa bevanda nel grasso, ottenendo una snack energetico utile per l’intensa attività pastorizia e per gli spostamenti a cui erano soggetti durante lo svolgimento delle loro giornate. Oltre alla preparazioni citate poco tempo fa, in quello stesso periodo era molto frequente la fermentazione della polpa zuccherina delle drupe mature di caffè, che, alla fine del processo, permetteva di ottenere un vino lievemente alcolico e dal buon sapore.
Nel giro di decenni, questa bevanda cominciò a diffondersi sempre di più e, ancora oggi, non sappiamo come essa si sia espansa dal Corno d’Africa fino alla zona yemenita. Secondo alcune teorie, tutto fu possibile grazie alle guerra combattute tra le tribù dello Yemen e dell’Oromia, mentre, secondo altre, ciò accadde grazie agli abilissimi mercanti arabi che si spinseroi in giro per l’Africa alla ricerca di schiavi da vendere. Indipendentemente da ciò, fu così che all’inizio del X secolo venne coltivato per la prima volta, dando il via a una delle coltivazioni più redditizie e durature di sempre.
Negli anni successivi, la sua coltivazoine si diffuse in tutto lo Yemen e conquistò le popolazioni musulmane e arabe, le quali, per motivi religiosi, dovettero cercare delle maniere differenti per cucinarlo e, dopo numerosi tentativi, optarono non più per una bevanda alcolica, bensì per una energetica, che aumentasse lo stato di veglia e la concentrazione nella popolazione locale.
Nell’ottavo secolo lo Yemen aveva il controllo di molte coltivazioni di caffè, ma ciò non durò molto. Infatti, un pellegrino indiano, prima di tornare in India, ne ingoiò sette semi, riuscendo così a portarlo oltre i confini e a dar vita a una delle maggior coltivazioni di caffè ancora esistenti dopo tantissimi anni.
Nei decenni successivi, la bevanda non ci mise molto a raggiungere l’Europa e l’Italia, soprattutto grazie alla Repubblica di Venezia, la quale, essendo in conflitto con le altre repubbliche marinare,si trovò a dover fronteggiare l’impero ottomano, entrandone così facilmente in contatto, fattore decisivo per una sua espansione nella penisola italiana.
Proprietà del caffè
Il caffè possiede molte proprietà nutrizionali, ma la più nota e studiata è sicuramente la caffeina (sostanza da cui prende il nome). I suoi benefici sono molteplici, tra i quali vi sono:
– Miglioramento della digestione grazie all’effetto stimolatorio sulla secrezione gastrica. È proprio per questo motivo che spesso ne viene consigliata l’assunzione dopo i pasti e non a stomao vuoto;
– Stimolazione della funzionalità cronaca e cardiaca, fornendo così energia all’organismo. Infatti, capita spesso che, quando ci sentiamo stanchi, optiamo per assumerlo, sentendoci più attivi e concentrati poco tempo dopo;
– la caffeina produce un effetto lipolitico, ovvero incita l’organismo ad adoperare il grasso per scopi energetici, aumentando così la quantità giornaliera di calorie consumate dal nostro organismo;
– Infine, e non per ordine d’importanta, la caffeina produce un effetto anoressizzante, ossia, se assunto in dosi discrete, riduce notevolmente l’appetito.
Come se tutto ciò non bastasse, oltre alla caffeina, all’interno di quest’amara bevanda sono contenute altre sostanze benefiche, le quali presentano proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, ma che, tuttavia, non risultano sufficienti per contrastare la pericolosità di un elevato consumo di caffè, rischi che verranno approfonditi più avanti nell’articolo.
Quanti caffè bere ogni giorno e rischi legati al consumo della caffeina
Secondo gli ultimi studi, una persona sana che consuma fino a quattro caffé al giorno rischia di incorrere nello sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete di tipo due. Invece, in caso di donne in stato di gravidanza, è raccomandato rivolgersi al proprio medico prima di poterlo assumere, in maniera tale da poter scongiurare tutte possibili rischi, sia per la donna, che per il feto.
La caffeina può essere letale? Sì, può esserlo. LD50 di questa sostanza, ovvero la dose necessaria per uccidere una persona nel 50 % dei casi, è compresa tra i 150-200 mg per chilogrammo di massa corporea. Tuttavia, è quasi impossibile riuscire a raggiungere questa soglia con la sola alimentazione, in quanto bisognerebbe bere tantissimo caffè/cocacola.
Infine, uno degli effetti più “famosi” data dall’assunzione di questa sostanza è sicuramente l’insonnia, in quanto produce effetti sul sistema nervoso centrale, stimolando la concentrazione e dando una sorta di spinta energetica; a ciò si può ovviare optando per un consumo di caffè decaffeinato, potendolo anche consumare tramite caffettiere o macina caffè, nel caso si abbia a che fare il caffè in grani.
Un suo consumo permetterà di addormentarsi più facilmente una volta giunti a letto, in maniera tale da poter ripristinare al meglio l’energie per il giorno successivo. Dormire a sufficienza è uno dei migliori modi per poter iniziare al meglio la giornata. Inoltre, il caffè decaffeinato giova alla salute del fegato, grazie alla presenza dei flavonoidi, essendo così in grado di proteggere quest’importantissimo organo dai danni provocati dai radicali liberi.
Controindicazioni del caffè
Innanzitutto è bene evidenziare quale sia la dose giornaliere di caffeina oltre la quale non è consigliato eccedere, che s’attesta sui 400 mg. In primo luogo, analizzeremo l’intolleranza al caffè, anche se essa non è direttamente collegata con la quanità di caffeina assunta, quanto alla salute individuale. Questa sindrome può comportare mal di pancia, tremori. Quindi, prima di assurmerne anche solamente una tazzina, è giusto informarsi se si è o meno intolleranti.
In primo luogo, la caffeina può creare assuefazione, ovvero ridurre notevolmente il suo effetto sul nostro organismo, costringendoci ad aumentarne le dosi per poter provare nuovamente la grinta caratteristica di questa sostanza. Tutto ciò è alla base del principio delle droghe ed è un aspetto da non sottovalutare, anche se, ovviamente, la caffeina non è minimamente paragonabile alle droghe pesanti.
In secondo luogo, il caffè non è adatto a chi soffre d’acidità di stomaco, in quanto può causare acidificazione, con possibilità di incorrere nel fastidioso reflusso gastrico. Quindi, anche solamente una tazzina al giorno viene sconsigliata ai soggetti affetti da questa patologia, soprattutto nel caso in cui abbiano precedentemente assunto cibi e/o bevande acide.
Varietà di caffè
Quando ci capita di pensare al caffè, non possiamo non rivolgere il nostro pensiero al caffè in cialde, a quello macinato oppure al caffè in capsule. La questione ora è un’altra: quante tipologie di caffè esistono? Sono più di sessanta, anche se in commercio ne esistono prevalentemente quattro, che sono: Arabica, Robusta, Liberica ed Excelsa.
Caffè Arabica
Questa prima tipologia di caffè presenta una forma allungata e appiattita ed è di colore verde. Viene coltivata tra l’Arabia Saudita e il Brasile, dove predilige una temperatura media di circa 20° e un clima piovoso. Il suo sapore è prevalentemente più dolce rispetto alla media, grazie alla maggior presenza di zuccheri. L’Arabica rappresenta circa l’80% della produzione mondiale di caffè.
Caffè Robusta
Il suo nome deriva dalla sua elevata capacità di resistenza ai parassiti, alle malattie e alla siccità. Rispetto alla varietà analizzata precedentemente, i chicchi della Robusta si rivelano più tondi e con una maggior presenza di caffeina; certe volte, si arriva addirittura a toccarne una quantità quadrupla.
Le sue prime coltivazioni risalgono al nono secolo, in quanto la popolazione aveva bisogno di un rimedio per far fronte alle tante malattie che stavano cominciando a colpire le loro coltivazioni.
Caffè Liberica
Come suggerisce il nome, questa tipologia è originaria della Liberia ed è una pianta profumata, anche se, tuttavia, presenta dei chicchi di qualità minore rispetto alle altre varietà.
Caffè Excelsa
Infine, quest’ultima tipologia presenta un’elevata resistenza nella lotta contro le malattie e alle rigide temperature. Questa pianta può raggiungere l’incredibile altezza di venti metri e, spesso, viene utilizzata come protezione per le piante più deboli e fragili.
Quando e come consumare il caffè
Una ricerca svolta da un ricercatore della della University of the Health Sciences di Bethesda, ha rilevato, per la gioia di tutti gli amanti del caffè, che il miglior momento della giornata per assumerlo non è quando ci si sveglia, ma a metà mattina, ovvero tra le 9:30 e le 11, in quanto, in questo momento della giornata, inizia a calare il livello di cortisolo nell’organismo, ormone molto importante per il controllo di varie funzioni del nostro corpo, come per esempio la quantità di zucchero e il metabolismo.
Lo si può consumare tramite la tradizionale tazzina, oppure è possibile preparare un buonissimo cappuccino, con una schiuma densa e compatta, utilizzando un montalatte; oppure, si possono far tostare i chicci con dei tostatori di caffè, così da renderlo più buono, saporito e aromatico.
Concludendo spero che, dopo aver letto quet’articolo, abbiate appreso sufficienti informazioni su questa buonissima bevanda, con la quale potrete passare dei bellissimi momenti insieme alle persone che amate maggiormente. Il consiglio è quello di non esagerare con la consumazione, al fine di evitare gli spiacevoli effetti collaterali.